Resistere o lasciare andare. Il Restorative Yoga.

Resistere o lasciare andare. Il Restorative Yoga.

RESISTERE O LASCIARE ANDARE.

IL RESTORATIVE YOGA.

Judith Hanson Lasater ha sviluppato il Restorative Yoga partendo da ciò che già B.K.S. Iyengar aveva intuito e applicato per i suoi allievi. L’utilizzo dei supporti che Iyengar utilizzava nelle sue classi e le posizioni alternative che offriva in caso di malattia, piccoli traumi o lesioni costituirono un metodo che lui stesso esplorò per consentire alle persone di stare meglio e per praticare senza sforzo.

Un rilassamento attivo

Judith descrive il Restorative Yoga come un “rilassamento attivo”. Il corpo che è supportato dagli attrezzi (cuscini, coperte, blocchi etc.) è stimolato a rigenerarsi e calmarsi allo stesso tempo, portando equilibrio a tutti i livelli – fisico, emotivo e mentale.

Non si ha lo stesso risultato con un rilassamento “passivo”, come potrebbe essere il sonno perché i muscoli possono rimanere contratti anche durante il sonno (soprattutto se il livello di stress nel corpo è alto) e inoltre la mente non è vigile quando dormiamo e di conseguenza nessuno di noi ha la possibilità di fare esperienza dei propri schemi di pensiero.

Nel Restorative Yoga, al contrario, la mente rimane in uno stato di osservazione e questa condizione consente di reagire meno intensamente ai pensieri e alle emozioni, generando un maggior equilibrio emotivo.

Alcune pose hanno un approccio benefico in generale, altre lavorano su parti specifiche del corpo generando un effetto ristoratore sulla salute e sul benessere della persona.

Le pose – che vengono mantenute dai 5 minuti fino ai 25 minuti, a seconda di ciò che si vuole andare a lavorare – danno sollievo a uno stato di stanchezza o di stress cronico portando a un rilassamento profondo. Ogni sequenza di pose viene applicata per consentire alla colonna vertebrale di muoversi in molteplici direzioni e il corpo fa esperienza anche delle inversioni, semplici, che consentono di ribaltare l’effetto della forza di gravità.

I benefici

Il Restorative Yoga agisce principalmente a cinque livelli:

  • equilibra il sistema nervoso
  • regolarizza il respiro
  • coltiva l’esperienza diretta della pratica
  • quieta la mente
  • genera cambiamento nelle abitudini (fisiche e mentali)

Il Restorative Yoga, inoltre, stimola gli organi, apportando sollievo laddove si incontrano delle tensioni e riequilibra l’energia maschile (prana) con quella femminile (apana).

La pratica è adatta a tutte le età, a tutti i livelli di esperienza di yoga e a tutti gli stati di salute. Soprattutto perché il focus è adattare la posa alla persona e non viceversa.

Il Restorative Yoga è terapeutico perché rallenta i processi fisiologici che normalmente sono molto attivi, riduce l’attività del Sistema Nervoso Simpatico, aumentando l’attività del Sistema Nervoso Parasimpatico e agisce sul respiro e sulla mente per mantenerci in salute.

Andiamo con ordine.

Rest and digest

Con il Restorative Yoga il corpo è calmo e permette il rilassamento muscolare, la stimolazione sensoriale è ridotta al minimo e questo produce un effetto calmante su quasi tutti i sistemi principali dell’organismo e aumenta i livelli di neurotrasmettitori inibitori degli stati di ansia e depressione. In conclusione la risposta “combatti o fuggi” (“fight or flight response”) si ridimensiona.

Il nostro sistema nervoso autonomo è composto dal sistema nervoso simpatico (che accelera il metabolismo e si attiva in caso di pericolo o paura, con notevole dispendio di energia) e dal sistema nervoso parasimpatico (che rallenta le funzioni del corpo con l’obiettivo di conservare l’energia). I due sistemi dovrebbero lavorare insieme e creare uno stato di equilibrio. Il Restorative Yoga permette questo.

Se il corpo è calmo e rilassato, l’individuo è in una condizione “rest and digest” (“riposo e assimilazione”) e il respiro diviene lento e profondo. Al contrario la mente può diventare incredibilmente attiva. Ma se stiamo nella quiete del corpo e nella tranquillità del respiro, anche la mente tenderà a modificare le sue fluttuazioni abituali.

E questo continuare a stare nel corpo e nel respiro – e nient’altro – porta all’esperienza diretta dei moti mentali accettandoli senza combatterli e senza giudizio, e sviluppa consapevolezza ed empatia verso i nostri stessi pensieri, rendendoli sempre meno interessanti. E’ così che poi la pratica ci trasforma e ci aiuta a ritrovare benessere e salute anche mentale.

Infatti, il Restorative Yoga non è solo una pratica di rilassamento, ma diventa meditazione nel momento in cui lo sguardo è costantemente rivolto al proprio interno e l’attenzione è costantemente focalizzata sul momento presente, sul qui e ora di corpo, respiro, emozioni e mente.

E’ un’esperienza molto intima e delicata, che dà supporto e nutrimento e questo genera senso di protezione e cura verso se stessi.

Resistere o lasciarsi andare

Nella posa c’è silenzio, immobilità totale del corpo e nessuno stimolo esterno (per favorire il rilassamento profondo e riequilibrare il sistema nervoso), e questo entra in conflitto con lo stato in cui la maggior parte di noi si trova abitualmente, ossia nel rumore, in costante movimento e stimolati continuamente dall’esterno.

Non è per nulla scontato fermarsi e ascoltarsi, non è per nulla semplice rilassarsi nel profondo, e non è per nulla facile lasciarsi andare. Eh sì, perché il mondo ci invita invece a resistere, contro tutto e contro tutti, il mondo ci incita a fare sempre meglio e sempre di più. Per poi sentirci dire che siamo sotto pressione, che siamo stressati.

E se invece che resistere, provassimo a lasciarci andare?

Per esperienza personale so cosa vuol dire armarsi di corazza e farsi strada titubante tra le insidie della vita, ma è quando si inizia a camminare più leggeri (senza corazza intendo) che poi si allentano i timori e si porta pace dentro di sé.

Scegliere la sofferenza aiuta a crescere, mentre stare dove si è alimenta la nostra zona di comfort, ma non ci rivela nulla di interessante.

Il Restorative Yoga apre dei canali, sviluppa compassione verso se stessi ed è una modalità per prendersi del tempo e trattarsi bene – e questo ha potere di guarigione.

Se lo volessi associare a un’immagine, a un simbolo, il Restorative Yoga per me rappresenta un vortice, una spirale che da un punto centrale si sviluppa su se stessa e prende spazio.

E se prende spazio genera cambiamento. Sta a noi decidere se accoglierlo oppure no.

 

I don’t think we find compassion. I think we become the space that compassion wants to live in”. (Judith Hanson Lasater)