Aggrapparsi o accettare

Aggrapparsi o accettare

AGGRAPPARSI O ACCETTARE

Come stiamo reagendo emotivamente a quello che sta succedendo?

Cerchiamo di aggrapparci alla nostra vita, alla vita che abbiamo temporaneamente sospeso, oppure lasciamo fluire le emozioni e accettiamo questa nuova condizione?

L’inaspettato ci ha colto di sorpresa e forse inizialmente ha generato angoscia, ansia, turbolenza e malessere. E sicuramente, chi più chi meno, abbiamo “resistito” a livello emotivo.

L’etimologia della parola resistere significa “contrastare un’azione di forza condotta da altri” e, in verità, quando non possiamo scegliere ma si è costretti dalle circostanze, può essere più difficile accettare.

Per lo meno fino a quando ci rendiamo conto che “arrendersi” è l’unica strada possibile.

In questo momento non opporre resistenza di nessun tipo è ciò che può salvarci e renderci di nuovo liberi. Rimane sicuramente un senso di angoscia e averne consapevolezza può già aiutarci ad accettare ciò che succede intorno a noi.

Mi commuovono le immagini che vedo, le parole che sento o leggo, ma nello stesso tempo tutto ciò mi dà la forza di provare a reagire, tra le pareti di casa, nell’alternanza degli stati d’animo. Si susseguono momenti di serenità a momenti di sconforto. Ma davanti al dolore di tante persone, alla fatica di chi sta lavorando assiduamente per salvare vite umane, alla fine mi dico che sono fortunata e che ciò che conta di più in questo momento è stare vicino a chi soffre come si può. E io posso farlo ogni mattina, al risveglio, sorridendo verso la vita, comunque e nonostante tutto.

Troppe volte mi sono ritrovata a giudicare, me stessa, gli altri, la vita appunto. Ora è il tempo del non giudizio. Ora è il tempo della riflessione e dell’accettazione, senza congetture mentali.

E in un momento come questo in cui il mentale tende a prevalere sul resto, la pratica dello yoga ci induce a portarci, invece, nel corpo e nel respiro e così facendo alleggerisce il ripetersi di pensieri ricorrenti e ossessivi.

L’esperienza dello yoga radica nel momento presente e induce a mantenere un’attenzione vigile su tutto ciò che si incontra durante la pratica (a livello fisico, emotivo o spirituale). In questo modo si ha la possibilità di acquisire un senso di controllo proporzionato su corpo, respiro e mente, prendendo atto che ogni cosa si trasforma. Il potere di controllo non viene esercitato tanto sul trattenere qualcosa, ma sul lasciare andare, sul lasciare fluire e scorrere – corpi in tensione che attraverso lo yoga iniziano a respirare liberamente, a ritrovare spazi vuoti, ad allentare la presa.

Lo yoga propone una pratica senza aspettative e incoraggia a non dare mai nulla per scontato e a non creare abitudine. Ogni giorno il corpo, il respiro e la mente sono diversi e ogni volta che si ritrova il tappetino si fa una nuova esperienza di sé. Notare i cambiamenti e incoraggiare le persone ad accettarli è una delle intenzioni della pratica.

Accettare ciò che cambia nel corpo e nel respiro diventa un allenamento per accettare anche i propri stati emotivi e osservarne la trasformazione.

La consapevolezza del corpo è dunque un elemento chiave per un miglior equilibrio dei propri stati emotivi. A volte si sopprime questa capacità ad ascoltare il corpo per difesa (con conseguenze negative o positive, a seconda delle situazioni). La nostra cultura minimizza l’importanza della relazione con la propria coscienza, i propri stati interiori e con le esperienze intime e personali. L’enfasi non è tanto sul sentire o sull’essere, ma sul pensare e sul fare. Per questo le emozioni tendono a essere sottovalutate o ignorate dalla maggior parte delle persone.

Se in questi giorni vi capita di stare un po’ più in connessione con il vostro corpo e il vostro respiro, provate a osservarne i cambiamenti nell’arco della giornata e la relazione con ciò che vi succede intorno.

Proviamo a pensare che ogni volta che inspiriamo alimentiamo il nostro organismo (e la nostra anima) con qualcosa di buono e ogni volta che espiriamo lasciamo andare qualcosa che è superfluo. E lasciar andare il superfluo genera nuovo spazio per ciò di cui abbiamo bisogno.

Se notiamo una tendenza a trattenere l’inspirazione potremmo dedurre che abbiamo difficoltà ad accettare il cambiamento e restiamo rigidi nelle nostre convinzioni o nei nostri atteggiamenti (che possono esprimersi anche con rigidità fisica).

Se, al contrario, notiamo una tendenza a trattenere l’espirazione potrebbe significare che viviamo in uno stato permanente di sospensione e non riusciamo a lasciarci andare e aprirci al nuovo.

Più riusciamo a rendere il nostro respiro fluido, equilibrato e calmo, più generiamo benessere al nostro corpo fisico e al nostro corpo emotivo e mentale. Più impariamo a non generare tensioni nel respiro, più saremo disposti ad accettare gli eventi esterni rimanendo solidi e stabili emotivamente.

“Dobbiamo accettare quello che c’è qui e ora, inclusa la sofferenza e le illusioni. Accettare le nostre sofferenze e illusioni ci dà già una certa pace e gioia”.
Thích Nhất Hạnh